Jo Nesbø

Tra gli indiscussi maestri del thriller contemporaneo, scrittore dal successo planetario, con più di quaranta milioni di libri venduti in tutto il mondo e tradotti in cinquanta lingue, il norvegese Jo Nesbø, soprattutto grazie al suo personaggio seriale più amato, il detective Harry Hole, si iscrive quest’anno a pieno titolo nell’albo d’oro dei premiati in nome di Raymond Chandler, tra nomi di eccellenza quali Henning Mankell e John Grisham.
Nesbø nasce a Oslo nel 1960, in una famiglia in cui si respira amore per la narrativa: la madre è bibliotecaria e il padre è un avido lettore in grado di incantare con i suoi modi di raccontare le storie. Ma la letteratura non è la prima passione a scatenarsi nel giovane Nesbø: ci sono prima quella del calcio (a diciassette anni esordisce nella serie A norvegese con il Molde) e poi quella del rock (dopo l’università fonda una sua band,  la Di Derre, che tra tour, concerti sold out e hit, in due anni scala le classifiche norvegesi). In mezzo c’è anche un lavoro da analista finanziario, dopo gli studi in Economia, che Nesbø pratica con successo, alternandolo alla felice carriera di postar, in attesa che esploda la sua vera passione: scrivere.
Il primo romanzo è un atto di sfida a se stesso, il tentativo di trovare la propria vera anima nonostante una vita già piena di successi, quelli economici e di popolarità. Da quella inquietudine non poteva che nascere Harry Hole, l’anti-eroe per eccellenza che è impossibile non amare: uno spirito tormentato, bevitore seriale, insofferente alla disciplina e autorità, cane sciolto che batte le strade di Oslo come un ranger solitario, ristabilendo l’ordine a modo suo. Mal sopportato dai superiori, talvolta sospeso, Hole è in qualche modo venerato dai colleghi proprio per il suo profondo senso di giustizia e quei modi non convenzionali che spesso lo portano sulla pista giusta. Il pipistrello (1997), il suo esordio letterario, non solo viene pubblicato (in Italia arriverà con Einaudi solo nel 2014) ma riceve ottimi riconoscimenti di critica e di pubblico, scalando le classifiche in pochissimo tempo e vincendo il Glass Key Award per il miglior romanzo giallo norvegese nel 1998, solo il primo di numerosi premi vinti, ma soprattutto aprendo la strada alla serie dedicata a Harry Hole. E se indubbiamente la figura originale e contraddittoria del protagonista gioca un ruolo fondamentale nel successo di queste storie, gli ingredienti vincenti sono il ritmo, la suspense e la complessità degli intrecci che non dimenticano mai di essere disegnati sullo sfondo di una società, quella opulenta e pur ricca di controverse sorprese dei paesi scandinavi, e con addosso il fiato pesante della storia recente di un’Europa attraversata da demoni antichi e moderni: il fascino del male, la dittatura del denaro, la perdita dei valori umani. Un esempio tra i tanti: Il pettirosso (2000), primo suo romanzo uscito in Italia nel 2006 per Piemme, in cui l’investigazione su un crimine comune si incrocia con il ben più grave e nascosto crimine del collaborazionismo norvegese col nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale. 
Pronto a raccogliere sfide sempre nuove, Nesbø occasionalmente abbandona il suo protagonista Harry Hole e scrive altri romanzi e racconti slegati dal personaggio, sempre accolti con grande successo. Appartiene a questa serie differente anche Il cacciatore di teste (2008, in Italia 2013 per Einaudi) il cui successo di critica e di vendite attrae ben presto l’attenzione del cinema, e da quel romanzo nel 2011 il regista Morten Tyldum realizza Headhunters, film presentato a Cannes e premiato, tra l’altro, al Noir in Festival nello stesso anno.
Complice la figlia piccola, che gli chiede di raccontarle una storia, Nesbø si cimenta anche nella letteratura per bambini, con una serie di libri con un altro protagonista ricorrente, il Dottor Prottor. Dimostra anche notevole capacità di autocritica, arrivando a scegliere di non pubblicare un romanzo di Harry Hole quasi terminato, che ritiene non funzionare. Considerato ormai il Re Mida della letteratura di genere, Jo continua a scrivere, viaggiare, fare indoor climbing, tifare Molde e suonare, ma non dimentica di condividere la sua passione per la lettura e la scrittura con chi ha meno fortuna, finanziando programmi di istruzione nei paesi del Terzo Mondo.
Il suo nuovo libro è il rifacimento in chiave thriller di Macbeth, uscito quest’anno per Rizzoli.

La foto di Jo Nesbø è di Thron Ullberg

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    PROGRAMMAZIONE

    08/12/2018 h 17:30Teatro Sociale
    Presentano Sebastiano Triulzi e Carlo Lucarelli